Recensioni

Carlo Valeri

Rossana Tonelli e il nuovo guardare

Questa personale dedicata a Rossana Tonelli, che raccoglie opere firmate dalla pittrice che vanno dai primi anni ’80 ai giorni nostri, si presenta  prima di tutto come un piccolo viaggio attraverso il tempo. Un viaggio dove è possibile riconoscere tutta l’evoluzione artistica della pittrice romana, con la modernità di un creare che nasce dal cuore e da un artigianato libero e antiaccademico. Dai crepuscoli post-impressionisti di Al Meriggio e L’oro del Reno ai successivi ed estremi esperimenti acquatico-floreali, c’è una dinamica incessante che va a toccare una concezione della pittura che rimodella il rapporto con l’oggetto artistico. Esiste, infatti, un intero spazio invisibile nella pittura della Tonelli, che lega lo sguardo del fruitore con il “corpo” del dipinto. E’ uno spazio dove l’interpretazione e il riconoscimento della realtà si condensano in una creazione artistica che è strettamente connessa all’atto del donare. Sta proprio qui forse il fine ultimo dell’arte della pittrice romana: donare agli altri e a se stessa una visione pittorica nuova e generosamente aperta allo spirito. La comunicazione tra la sua opera e il pubblico avviene, non a caso, più a livello subliminale che culturale, e si propone quasi come una sorta di dialogo interiore, impalpabile ed esplicito allo stesso tempo, tra l’artista e l’individuo .

Mondi marini, boschi, prati e bouquet di fiori… immagini ispirate dall’Alto, quasi divine rivelazioni per una pittura fatta di percezioni rigeneranti e abissali, in cui i cromatismi accesi (a volte cupi, altre volte eterei e luminosi) servono a ricostruire una verità che non è di questo mondo. Si veda l’emblematico Equilibrio in divenire, dove la centralità vorticosa di una nascita appena sbocciata riesce miracolosamente a rimanere ancorata a una razionalizzazione caotica, che è forse la tematica dominante sottesa all’astrattismo tonelliano.

Come scrivevamo nel 2003, nella pittura di Rossana Tonelli lo snodo cruciale non è tanto “fotografare la realtà, ma reinterpretarla visivamente ed emotivamente, riconsegnando alla realizzazione artistica ciò che troppo spesso viene offuscato dall’accademismo: la fantasia”. E’ solo grazie a quest’ultima che ci è possibile quindi riempire la terribile distanza che a volte si crea (non sempre per fortuna) tra l’arte e la vita. Con i quadri della Tonelli questa distanza è annullata con l’impressionante fisicità dell’oggetto artistico della pittrice romana, con quella “scomposizione della scena presa a modello in una specie di astrazione sensibile” (M. Venturoli, 1998). Immergendosi in prima persona in una personalissima ricerca del bello e dell’assoluto, che a sua volta non può non costringerci a riformulare i parametri con cui guardare e concepire l’arte stessa, Rossana Tonelli formula così un progetto di pittura plurisensoriale, dove allo sguardo e al pensiero vengono ad aggiungersi tatto, olfatto e trasfigurazione onirica. Ed è, senza dubbio, l’ottica innamorata di un’artista che guarda al futuro.

Carlo Valeri

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